FRASI SPIRITUALI DI OMRAAM AIVANHOV






« Quali che siano le vostre qualità e le vostre competenze, non cercate di imporvi agli altri. Perché? Perché suscitereste in loro il desiderio di sfidarvi. All'inizio, forse, gli altri saranno ammirati e vi rispetteranno, vi temeranno perfino... Ma mentre crederete di avere affermato la vostra autorità, loro, in segreto, faranno tutto quel che possono per armarsi contro di voi. E sarete stati voi a provocarli. Chi ostenta il suo potere risveglia negli altri l'istinto di aggressività. Non si contano tutti i mezzi che le persone sono capaci di mettere in atto quando un superiore – o un sedicente tale – le ha umiliate con un atteggiamento sprezzante, un tono brusco e parole taglienti.
Otterrete la vera autorità coltivando la bontà, la dolcezza e la pazienza. Può darsi che gli altri cominceranno con l'interpretare male il vostro atteggiamento: penseranno che siate deboli, incapaci, e cercheranno di abusare della situazione. Ma perseverate, e ben presto saranno costretti a riconoscere le vostre competenze come pure la vostra forza interiore, e allora vi guadagnerete non solo il loro rispetto, ma anche la loro amicizia. »

Omraam Mikhaël Aïvanhov








« Quando soffrite, cercate di prendere coscienza che solo una parte di voi è colpita da quella sofferenza. Un'altra parte rimane inaccessibile ad essa: è il vostro spirito. Il vostro spirito è libero, non è sottomesso a nessuna costrizione. Dalle regioni sublimi in cui si trova, esso vi guarda, vi consiglia. E a volte vi dice anche: «Soffri? Ebbene, rallegrati, perché se sei intelligente, grazie a questa sofferenza guadagnerai ancora qualcosa in lucidità e comprensione, e ti rafforzerai».
Chi è infelice ha la tendenza a identificarsi con il suo male, si lascia invadere da esso, e questo è pericoloso per lui. Egli deve, al contrario, essere immediatamente all'erta e dire a se stesso: «È adesso che c'è un lavoro da fare. Io soffro, certo, ma è solo una parte di me a soffrire». Faccia appello all'altra entità – il suo spirito – che vive nell’immensità, nell’eternità, e che è comunque lui. Dal fondo di quel pantano in cui egli ha la sensazione di sprofondare, sentirà emergere la luce e la forza. »

Omraam Mikhaël Aïvanhov




« All'avvicinarsi della vecchiaia si è naturalmente portati a guardarsi indietro, ed è allora che per molte persone inizia il periodo dei rimpianti. Sentono di aver trascorso troppo tempo nelle futilità, ma pensano che anche se cercano di prendere un'altra direzione dando più spazio alla vita interiore, è troppo tardi: non recupereranno mai il tempo perduto. Ovviamente, quando la vecchiaia è arrivata, è un po' tardi per cambiare completamente vita, ma non è troppo tardi, non è mai troppo tardi per cominciare qualcosa di costruttivo. Per quelle persone sarebbe peggio trascorrere nei rimpianti il tempo che rimane loro da vivere. È comprensibile che rimpiangano, ma c'è di meglio da fare che rimpiangere. Esse possono almeno ritornare su tutti gli avvenimenti della loro esistenza per trarne delle lezioni. Una volta tratte quelle lezioni, mettano all'opera tutto l'amore, l'intelligenza e la volontà che ancora rimangono in loro per dare alla propria vita quel senso che non avevano ancora saputo trovare.  »

Omraam Mikhaël Aïvanhov








« L'universo è retto dalla legge di causa ed effetto. Ogni azione, ogni avvenimento è una causa che comporta determinate conseguenze, e ogni azione, ogni avvenimento è a sua volta la conseguenza di una causa. Cause e conseguenze sono dunque indissolubilmente legate, ma la durata di una vita umana è troppo limitata perché si possa osservare questo vasto gioco di concatenamenti. Così come oggi constatiamo dei fatti che sono le conseguenze di cause molto antecedenti alla nostra attuale esistenza, e che quindi non conosciamo, allo stesso modo non possiamo prevedere le conseguenze che deriveranno da certi fatti che si stanno verificando ora. Attualmente ci troviamo quindi di fronte a situazioni alcune delle quali sono cause, mentre altre sono conseguenze: è per questo che ci sono tanti avvenimenti il cui significato ci sfugge.
Quanto alla reincarnazione, essa in realtà non è che un particolare aspetto della legge di causa ed effetto. Dato che la vita degli esseri non finisce nel momento in cui essi lasciano la terra, non solo le conseguenze delle loro azioni li seguono nell'aldilà, ma inoltre nel momento in cui essi tornano a incarnarsi, quelle conseguenze rimangono vive e operanti. Non si può dunque decretare che qualcuno non meriti le buone condizioni di cui beneficia in questa esistenza, o qualcun altro le ingiustizie di cui è vittima, poiché non si sa nulla delle loro incarnazioni precedenti. Finché non si ammetterà la reincarnazione, non si comprenderà niente della giustizia divina. »

Omraam Mikhaël Aïvanhov








« Le parole “rinuncia” e “sacrificio” sono certamente fra quelle che meno piacciono agli esseri umani, poiché essi le comprendono come sinonimi di privazione e dicono a se stessi che se si privano, moriranno. Ed è vero che moriranno: se non hanno compreso che la rinuncia serve unicamente ad accedere a regioni più elevate per ottenere qualcosa di meglio, moriranno.
Nella pratica spirituale, “rinunciare” significa trasporre un bisogno, una tendenza, un piacere, su un piano superiore. Si continua a nutrirsi, ad amare, a svolgere diverse attività, ma con elementi più puri, in vista di un obiettivo più disinteressato. La rinuncia non è quindi sinonimo di morte, ma al contrario sinonimo di vita. Chi non lo ha compreso ristagna, ed è appunto quella stagnazione a trascinarlo verso la morte. Chi invece accetta certe privazioni, trasforma un'energia bruta in un'energia più sottile, e non solo non muore, ma si arricchisce.  »

Omraam Mikhaël Aïvanhov







« Ogni essere umano possiede un volto interiore diverso da quello che ogni giorno presenta alla vista degli altri, e quel volto si modifica di continuo, poiché dipende strettamente dalla vita psichica dell'individuo. È questo volto interiore che l'essere umano deve ogni giorno scolpire e illuminare con i suoi sentimenti e i suoi pensieri più nobili, affinché esso impregni e modelli un giorno il suo volto fisico.
Il volto che avete oggi è la sintesi dei sentimenti e dei pensieri che un tempo avete nutrito, e anche se non ne siete soddisfatti, per il momento non potete cambiare gran che. Dunque non occupatevene, sforzatevi solo di apportare dei miglioramenti al vostro volto interiore, poiché quest'ultimo è il modello a partire dal quale il vostro volto fisico si è formato nel corso delle vostre incarnazioni. Il volto fisico inizialmente opporrà resistenza, ma dopo un certo tempo la sua resistenza cederà sotto la spinta dell'altro volto, il volto dell'anima, che è potente e cerca di imporre i suoi lineamenti. Può darsi che a tratti il suo splendore attraversi il vostro volto fisico, e appaia allora furtivamente il vostro volto spirituale, il volto che avete in alto. Continuate il vostro lavoro: un giorno i vostri due volti riusciranno a formare un unico volto.  »

Omraam Mikhaël Aïvanhov








« Qualunque cosa si voglia fare nella vita, e anche se si fanno i migliori progetti, si incontrano sempre delle difficoltà, degli ostacoli. Occorre saperlo e prendere alcune precauzioni per non lasciarsi mai andare allo scoraggiamento, che è una delle peggiori tentazioni che esistano.
Quando cominciate a sentirvi oppressi, sopraffatti dalla situazione, ditevi immediatamente che quello stato non durerà. Rifugiatevi in voi stessi come se entraste in ibernazione, e rimanete là fino a che il soffio della vita tornerà a farvi visita. Lo scoraggiamento è come l'inverno, ma dopo l'inverno viene la primavera. A seconda degli anni la primavera giunge più o meno presto; a volte arriva molto tardi, ma finisce sempre per arrivare. Perciò non bisogna mai perdere completamente la speranza e il coraggio. Prima o poi, il vostro slancio e la vostra energia torneranno. Quanti hanno lasciato la presa appena qualche istante prima che le forze della primavera risorgessero in loro! Ed è un peccato: sarebbero stati finalmente salvi, ma si sono lasciati sommergere dallo scoraggiamento perché non hanno presagito nulla del rinnovamento. »

Omraam Mikhaël Aïvanhov