...E LI CHIAMANO MIRACOLI...DI ITALO PENTIMALLI

L'articolo incollato sotto riporta la visione e il pensiero di Italo Pentimalli in rapporto ai Miracoli. Preciso che non rappresenta il  mio pensiero perchè, a mio parere, fa un po' di confusione. E' vero, verissimo quello che lui riporta rispetto ai progressi della medicina e della scienza, ma il vero Miracolo è qualcosa che va oltre ciò che lui esprime. 
Mi rendo conto che questo è un argomento delicato rispetto al quale ognuno ha le sue idee e, anche se si producesse materiale, ognuno resterebbe della propria idea. Ritengo inutile aprire un contenzioso che non porta da nessuna parte, ma è un commento degno di rispetto e che è giusto far conoscere.
Ognuno trarrà le proprie considerazioni in merito.
Gabry Fogli
 
 
 
Oggi vorrei parlarti di un concetto che mi sta molto a cuore: quello dei cosidetti Miracoli.
Voglio farlo perchè secondo me stiamo vivendo una sorta di Nuovo Rinascimento, una di quelle epoche in cui sta cambiando qualcosa di consistente e che verrà ricordata nei libri di storia.
Ho deciso di farlo prendendo spunto e rielaborando l’introduzione al Capitolo LA SCIENZA DELL’IMPOSSIBILE (dal libro Il Potere del Cervello Quantico).

Ogni volta in cui l’Umanità si evolve assistiamo ad un vero e proprio cambio di paradigma

evoluzione-uomoSi tratta della naturale evoluzione dell’Uomo.
Mi viene sempre da pensare agli uomini della preistoria:
«Un giorno voleremo come gli uccelli..
Chissà che reazione avrebbe avuto l’uomo o la donna che se lo fosse sentito dire in quel tempo.
Ma so per certo quale reazione avrebbe avuto, se avesse visto un aereo in volo: «Miracolo!».
Non avrebbe immaginato che non si trattava di un miracolo, ma di qualcosa che seguiva precise regole fisiche.
I miracoli non avvengono in contraddizione alla natura, già, ma solo in relazione a ciò che noi conosciamo di essa.
La domanda giusta allora dovrebbe essere: cosa conosciamo della natura?

Agli inizi dell’Ottocento c’era un medico che poteva essere definito “in grado di fare miracoli”

Non da tutti però. Solo dai suoi pazienti.
semmelweisLavorava nel reparto di Ostetricia dell’ospedale di Vienna, il suo nome era Ignaz Semmelweis.
Al contrario dei suoi pazienti, però, i colleghi di Semmelweis lo ritenevano alla stregua di “un pazzo visionario” (quante volte si sentono storie così?).
Prova a fare un salto indietro nel tempo e immaginare, immedesimarti: in quel periodo si moriva ancora della cosiddetta “febbre post partum”, la febbre che assaliva le neo mamme dopo che avevano messo al mondo i propri figli.
Per favore, fai uno sforzo mentale e cerca di tornare agli inizi dell’Ottocento, per loro era normale: partorisci e c’è il pericolo che tu muoia di febbre post partum, non c’è niente da fare – era così, anche la letteratura scientifica lo confermava.
Piuttosto che prendere il fatto come una “regola”, come un programma predefinito… il dott. Semmelweis decise di metterlo in discussione e iniziò a chiedersi come mai questo accadeva.
Tra le altre cose iniziò a notarne una in particolare: le donne delle classi povere, che venivano aiutate a partorire dalle levatrici (le moderne ostetriche) morivano meno delle donne delle classi ricche (che invece venivano aiutate nel parto dai ginecologi).
Questa osservazione lo spinse a chiedersi se fosse un caso oppure ci fosse un collegamento fra le cose, una piccola variazione iniziale che determinasse quel grande effetto.

Quando un dubbio apre uno squarcio sul presente e prepara l’umanità ad un futuro tutto nuovo

Iniziò così a notare le differenze e, tra le altre, notò che mentre le levatrici entravano in sala parto con i camici puliti, i medici spesso si presentavano con i loro camici già sporchi di sangue.
Non solo nessuno ci faceva caso ma addirittura, per i medici all’epoca, era un vanto avere il camice sporco di sangue: passavano senza problemi dall’obitorio alla sala parto portando con loro i segni visibili del loro lavoro e della loro ricerca.
semmelweis-2Anche se non sapeva bene il perché, il dott. Semmelweis iniziò a pensare che questo potesse essere in qualche modo una causa determinante del rebus, così lui stesso iniziò a lavarsi le mani, cambiarsi il camice e seguire norme di igiene più restrittive prima di entrare in sala parto.
Il risultato?
La percentuale di sue pazienti che si ammalavano di febbre post partum diminuì sensibilmente.
A quel punto era fatta.
Semmelweis, colmo di gioia, aveva trovato la soluzione così iniziò a diffondere gli esiti del suo esperimento e cercò in ogni modo di convincere i suoi colleghi quantomeno a provare di seguire norme di igiene più scrupolose, perché potessero verificare loro stessi l’efficacia delle sue parole.

Ma… in cambio dei suoi sforzi fu deriso e accusato di esporre concetti senza senso e privi di una validità scientifica.

Oggi sembra assurdo vero?
Il problema è che, all’epoca, nessuno conosceva l’esistenza dei germi.

Solo alla fine di quello stesso secolo, quando Luis Pasteur li scoprì e ne dimostrò l’esistenza, i medici furono obbligati a seguire norme di igiene più severe.
Il fatto che le pazienti del dott. Semmelweis si ammalassero di meno no… non era dunque un miracolo, ma qualcosa che all’epoca ancora non era conosciuto.

Quali “Miracoli” dovremo ancora sfatare?

La nuova epoca ci sta portando ad un salto evolutivo di dimensioni epocali.
Anche sui Poteri della Mente.
Eppure chi ha iniziato ad intravedere nuove soluzioni, molto spesso, è ancora considerato un pazzo visionario.
E’ solo questione di tempo, fra qualche anno, sicuramente entro la prossima generazione, i pazzi saranno considerati coloro che oggi resistono ancora al cambiamento (come i colleghi di Semmelweis all’inizio dell’800).
Lo dico senza giudizio, è che la storia si ripete, in modo ciclico.
E oggi si sta ripetendo proprio qui, davanti ai nostri stessi occhi.

Ti senti come Semmelweis… o come i suoi colleghi?

Se stai leggendo queste parole la risposta potrebbe apparire scontata, ma non lo è affatto.
Il dubbio è la madre di ogni certezza.
I monaci tibetani fanno un esercizio, ogni mattina, in cui mettono in dubbio le loro credenze.
La risposta che arriva da quel dubbio può essere la stessa, o anche molto diversa. Ma ciò non conta. L’importante è essere sicuri di essere noi a scegliere e non permettere a nessuno, neanche alle apparenze, di farlo al posto nostro.
La verità è che non esiste alcuna tecnica che ci possa aiutare se ci rifiutiamo di essere aiutati. Se non siamo seriamente intenzionati a guardare dentro di noi e liberarci dei nostri vecchi programmi mentali e convinzioni limitanti allora non sapremo mai quanti miracoli sono lì che aspettano di accadere nella nostra vita.
A te la scelta.

Scritto da Italo Pentimalli 


Oggi vorrei parlarti di un concetto che mi sta molto a cuore: quello dei cosidetti Miracoli.
Voglio farlo perchè secondo me stiamo vivendo una sorta di Nuovo Rinascimento, una di quelle epoche in cui sta cambiando qualcosa di consistente e che verrà ricordata nei libri di storia.
Ho deciso di farlo prendendo spunto e rielaborando l’introduzione al Capitolo LA SCIENZA DELL’IMPOSSIBILE (dal libro Il Potere del Cervello Quantico).

Ogni volta in cui l’Umanità si evolve assistiamo ad un vero e proprio cambio di paradigma

evoluzione-uomoSi tratta della naturale evoluzione dell’Uomo.
Mi viene sempre da pensare agli uomini della preistoria:
«Un giorno voleremo come gli uccelli..
Chissà che reazione avrebbe avuto l’uomo o la donna che se lo fosse sentito dire in quel tempo.
Ma so per certo quale reazione avrebbe avuto, se avesse visto un aereo in volo: «Miracolo!».
Non avrebbe immaginato che non si trattava di un miracolo, ma di qualcosa che seguiva precise regole fisiche.
I miracoli non avvengono in contraddizione alla natura, già, ma solo in relazione a ciò che noi conosciamo di essa.
La domanda giusta allora dovrebbe essere: cosa conosciamo della natura?

Agli inizi dell’Ottocento c’era un medico che poteva essere definito “in grado di fare miracoli”

Non da tutti però. Solo dai suoi pazienti.
semmelweisLavorava nel reparto di Ostetricia dell’ospedale di Vienna, il suo nome era Ignaz Semmelweis.
Al contrario dei suoi pazienti, però, i colleghi di Semmelweis lo ritenevano alla stregua di “un pazzo visionario” (quante volte si sentono storie così?).
Prova a fare un salto indietro nel tempo e immaginare, immedesimarti: in quel periodo si moriva ancora della cosiddetta “febbre post partum”, la febbre che assaliva le neo mamme dopo che avevano messo al mondo i propri figli.
Per favore, fai uno sforzo mentale e cerca di tornare agli inizi dell’Ottocento, per loro era normale: partorisci e c’è il pericolo che tu muoia di febbre post partum, non c’è niente da fare – era così, anche la letteratura scientifica lo confermava.
Piuttosto che prendere il fatto come una “regola”, come un programma predefinito… il dott. Semmelweis decise di metterlo in discussione e iniziò a chiedersi come mai questo accadeva.
Tra le altre cose iniziò a notarne una in particolare: le donne delle classi povere, che venivano aiutate a partorire dalle levatrici (le moderne ostetriche) morivano meno delle donne delle classi ricche (che invece venivano aiutate nel parto dai ginecologi).
Questa osservazione lo spinse a chiedersi se fosse un caso oppure ci fosse un collegamento fra le cose, una piccola variazione iniziale che determinasse quel grande effetto.

Quando un dubbio apre uno squarcio sul presente e prepara l’umanità ad un futuro tutto nuovo

Iniziò così a notare le differenze e, tra le altre, notò che mentre le levatrici entravano in sala parto con i camici puliti, i medici spesso si presentavano con i loro camici già sporchi di sangue.
Non solo nessuno ci faceva caso ma addirittura, per i medici all’epoca, era un vanto avere il camice sporco di sangue: passavano senza problemi dall’obitorio alla sala parto portando con loro i segni visibili del loro lavoro e della loro ricerca.
semmelweis-2Anche se non sapeva bene il perché, il dott. Semmelweis iniziò a pensare che questo potesse essere in qualche modo una causa determinante del rebus, così lui stesso iniziò a lavarsi le mani, cambiarsi il camice e seguire norme di igiene più restrittive prima di entrare in sala parto.
Il risultato?
La percentuale di sue pazienti che si ammalavano di febbre post partum diminuì sensibilmente.
A quel punto era fatta.
Semmelweis, colmo di gioia, aveva trovato la soluzione così iniziò a diffondere gli esiti del suo esperimento e cercò in ogni modo di convincere i suoi colleghi quantomeno a provare di seguire norme di igiene più scrupolose, perché potessero verificare loro stessi l’efficacia delle sue parole.

Ma… in cambio dei suoi sforzi fu deriso e accusato di esporre concetti senza senso e privi di una validità scientifica.

Oggi sembra assurdo vero?
Il problema è che, all’epoca, nessuno conosceva l’esistenza dei germi.

Solo alla fine di quello stesso secolo, quando Luis Pasteur li scoprì e ne dimostrò l’esistenza, i medici furono obbligati a seguire norme di igiene più severe.
Il fatto che le pazienti del dott. Semmelweis si ammalassero di meno no… non era dunque un miracolo, ma qualcosa che all’epoca ancora non era conosciuto.

Quali “Miracoli” dovremo ancora sfatare?

La nuova epoca ci sta portando ad un salto evolutivo di dimensioni epocali.
Anche sui Poteri della Mente.
Eppure chi ha iniziato ad intravedere nuove soluzioni, molto spesso, è ancora considerato un pazzo visionario.
E’ solo questione di tempo, fra qualche anno, sicuramente entro la prossima generazione, i pazzi saranno considerati coloro che oggi resistono ancora al cambiamento (come i colleghi di Semmelweis all’inizio dell’800).
Lo dico senza giudizio, è che la storia si ripete, in modo ciclico.
E oggi si sta ripetendo proprio qui, davanti ai nostri stessi occhi.

Ti senti come Semmelweis… o come i suoi colleghi?

Se stai leggendo queste parole la risposta potrebbe apparire scontata, ma non lo è affatto.
Il dubbio è la madre di ogni certezza.
I monaci tibetani fanno un esercizio, ogni mattina, in cui mettono in dubbio le loro credenze.
La risposta che arriva da quel dubbio può essere la stessa, o anche molto diversa. Ma ciò non conta. L’importante è essere sicuri di essere noi a scegliere e non permettere a nessuno, neanche alle apparenze, di farlo al posto nostro.
La verità è che non esiste alcuna tecnica che ci possa aiutare se ci rifiutiamo di essere aiutati. Se non siamo seriamente intenzionati a guardare dentro di noi e liberarci dei nostri vecchi programmi mentali e convinzioni limitanti allora non sapremo mai quanti miracoli sono lì che aspettano di accadere nella nostra vita.
A te la scelta.
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