Pane cose e cappuccino dal fornaio di Elmwood Springs, frasi [Fannie Flagg ]




"Non vi piacerebbe poterlo fermare, il tempo? Impedirgli di andare avanti?"

"Ammesso che si possa fare", intervenne Anna Lee, "tu lo faresti?"

Dorothy ci pensò su. "Oh, tesoro, se potessi lo fermerei in questo stesso istante, mentre ho intorno tutta la mia famiglia. Adesso". Si voltò verso il marito. "E tu, Doc? Quando lo fermeresti?"

Lui sbuffò una nuvola di fumo dalla pipa. "Adesso sarebbe un ottimo momento. Niente guerre, e stanno tutti bene." Guardò Dorothy e sorrise. "E la mamma non ha ancora perso la sua figuretta."

Dorothy rise.

"È già troppo tardi per questo, Doc. E tu, Anna Lee?"

Anna Lee tirò un sospiro. Aveva appena preso il diploma di scuola superiore ed era diventata improvvisamente saggissima. "Se solo avessi saputo allora quello che so adesso, lo avrei fermato l'anno scorso, quando ero ancora giovane."

Dorothy sorrise alla figlia. "E tu, Mamma Smith? Quando lo fermeresti, il tempo?"

Mamma Smith ifletté a lungo. "Non lo fermerei affatto. Credo che lo lascerei continuare a scorrere."

"Davvero?"

Nel 1904, quando era ancora bambina, Mamma Smith era stata portata alla grande Esposizione Universale di St. Louis, e da allora non faceva che aspettare con ansia il futuro. "Direi proprio di sì. Non vorrei mai correre il rischio di perdermi qualcosa di buono. Potrebbe già essere qui dietro l'angolo."

"Forse hai ragione, Mamma Smith", mormorò Dorothy. "Non abbiamo idea di che cosa ci riservi il futuro."

"No, non ne abbiamo idea. Ma provate a immaginare come sarà la vita tra venticinque anni."

Anna Lee fece una smorfia. "Io sarò vecchia con i capelli grigi."

Mamma Smith rise. "Può darsi, ma io allora sarò già morta da un pezzo, e tu sarai lì in prima fila!"



Era sempre stata un tipo solitario. Non si sentiva legata a niente e a nessuno. Aveva quasi l'impressione che tutti gli altri fossero venuti al mondo con un foglio di istruzioni per l'uso, e a lei si fossero dimenticati di darlo.



"Sa, è da tutta la vita che mi sento dire che un giorno da qualche parte incontrerò qualcuno, e anche se lo conoscerò poco o niente e avremo passato pochissimo tempo insieme, saprò che è la persona che fa per me."



I guai per la gente cominciano quando si allontana troppo dalla natura.



Voglio che tu mi senta attraverso la pelle, che tu beva le mie parole come se fossero vino, perché raggiungano ogni parte di te. Voglio penetrarti nelle ossa, nei muscoli, nei capelli. Voglio che tu riconosca il mio amore per te con ogni cellula del tuo cervello, in ognuno dei tuoi pensieri e dei tuoi sogni. Voglio essere nell'aria che respiri, in modo che a ogni respiro tu sappia che a questo mondo c'è qualcuno che ti appartiene, ti conosce e ti amerà per sempre...e se dopo il sempre esiste ancora qualcosa, che ti amerà anche allora.



La bellezza sta negli occhi di chi guarda.



"Lei crede in Dio?" domandò Dena, e subito dopo se ne stupì. Perché glielo aveva chiesto?

Lui la guardò divertito. "In Dio? I casi sono due. O è l'essere più perfido che sia mai esistito, oppure è il più menefreghista. Di sicuro è bravissimo a guardare dall'altra parte. E come finge di essere sordo lui, non sa fingere nessuno."



Non possiamo cambiare il nostro passato, ma possiamo cercare di rendere più piacevole il nostro presente.



"Se il sangue 'africano' esiste - cosa che non credo - lei non ne aveva più di una goccia. Il sangue è ugual dappertutto. Ma all'epoca era così: per i gusti di molti, un sedicesimo di sangue africano era già troppo. Per la legge eri nero a tutti gli effetti."



"Tu credi in Dio, zia?"

"Certo che ci credo, tesoro. Perché?"
"Quanti anni avevi quando hai cominciato a crederci?"

Zia Elner ci pensò su. "Io ci ho sempre creduto. Non ho mai messo in dubbio la sua esistenza. Secondo me la fede è un po' come la matematica: certi la intuiscono, altri devono ragionaci. [...] Oh, mi rendo conto che molta gente si dibatte nel dubbio che Dio non esista: ci ragionano su anche per tutta la vita. Naturalmente il buon Dio ha dovuto crearle, le persone intelligenti, ma secondo me non gli ha fatto nessun favore, perché cominciano a mettere in dubbio le cose fin dal giorno in cui vengono al mondo. Io non l'ho mai fatto. Sono fortunata, io. Ringrazio Dio ogni sera: il cervello che mi ha dato è perfetto per me, né troppo grosso né troppo piccolo."