Anna Karenina - Quinta parte. frasi [Lev Tolstoj]





- Non ho mai visto un detrattore del matrimonio così convinto! - disse Sergej Ivanovic.

- Sono un sostenitore della divisione del lavoro. Gli esseri umani che non sanno fare niente devono fare nuovi esseri umani, mentre gli altri devono contribuire alla loro istruzione e alla loro felicità.



- Non è un caso che si sia radicata l'abitudine dell'addio al celibato, [...] per quanto uno sia felice, rimpiangerà comunque la libertà.



Tutta la vita, tutti i suoi desideri e le sue speranze si erano concentrate in quell'unico uomo per lei incomprensibile, a cui la legava un ancor meno comprensibile sentimento, in cui l'attaccamento si alternava alla repulsione.



Tutti sapevano che presto e inesorabilmente sarebbe morto, che era già morto a metà; tutti si auguravano una cosa sola, che morisse al più presto, ma tutti, nascondendo la verità, gli porgevano la boccetta con lo iodio, cercavano medicine e dottori e lo ingannavano, ingannando se stessi e gli altri. 



Sentiva che tutti sarebbero stati spietati con lui per il solo fatto che il suo cuore era in frantumi. Sentiva che la gente lo umiliava così come un branco di cani assale un cane dilaniato che guaisce di dolore. Sapeva che l'unico modo di salvarsi dalla gente era quello di nascondere le proprie ferite, ma in quel momento non si sentiva ancora in grado di continuare quella lotta impari.



C'erano tante buone ragioni per fare quel passo, quante ce n'erano per non farlo, e non trovava una ragione decisiva che gli  consentisse di derogare alla sua regola generale: in caso di dubbio, non agire.



Se noi sappiamo che nessuno ci impedisce di cambiare posizione, possiamo anche restare seduti immobili con le gambe incrociate per alcune ore di seguito; ma se una persona sa che è obbligata a stare così, con le gambe incrociate, cominciano i crampi, le gambe cominciano a tremare e a formicolare nel punto in cui si vorrebbe distenderle.