Io sono di legno, Giulia Carcasi [Amore e tosse non si possono nascondere]



Scrivo diari fin da quando ero piccina.

Il primo che ho avuto era giallo, aveva sulla copertina un elefantino azzurro e aveva le pagine profumate decorate con una cornicetta grigia tutta intorno. Aveva le righe larghe, adatte alla mia scrittura precisa e gigantesca. Soprattutto era un diario con un lucchetto, che chiudevo sempre facendo attenzione. Eh, beata ingenuità! Solo poco tempo dopo ho scoperto che per aprire quel lucchetto non serviva nessuna chiave, così è finita l'epoca dei diari segretissimi coi lucchetti finti ed è iniziata quella dei diari-quaderni-agende normali. Ho scritto sempre tanto e ho sempre temuto che qualcuno potesse sbirciare tra le mie pagine, qualcuno tipo la mia mamma. Chissà se ha mai letto niente di nascosto. Tuttora mi auguro di no.



La madre di Mia però l'ha fatto. E di questo parla Io sono di legno: di una figlia adolescente che sfugge alla madre Giulia e della madre che, per conoscere la figlia, non ha niente di meglio da fare che frugare tra le sue cose, tra le sue parole. Che cosa orribile. Povera Mia!

Come spesso accade, mamma e figlia sembrano diversissime, salvo poi scoprirsi molto molto simili, col loro nocciolo di legno in comune.




La ceramica si rompe, fa subito mostra dei suoi cocci rotti. Il legno no, finché può nasconde, si lascia torturare ma non confessa.


Io sono di legno.


In realtà la madre non si limita a leggere il diario della figlia, ma si mette addirittura a scriverne uno lei, per raccontare a Mia il suo passato complicato, le sue sofferenze, per dire alla figlia che non è solo la donna fredda e meticolosa che vede lei, per raccontarle la ragazza che è stata, per spiegarle il suo essere legnoso, spezzata dentro, dolorante, ferita. Per dirle come è arrivata lei, Mia, nella sua vita. Per farle capire che può capirla, per chiederle di non avere più troppa paura dell'amore. Per spronarla a non compiere i suoi stessi errori.

Il romanzo è costruito su un'alternanza tra i diari di mamma e figlia, alternanza che spesso mi è apparsa piuttosto confusa. Certe volte non riuscivo a capire chi parlasse delle due.



Di Giulia Carcasi ho letto migliaia di citazioni in giro su internet, soprattutto su Tumblr, citazioni davvero bellissime nella maggior parte dei casi. Un suo libro intero non l'avevo mai letto prima di questo. Al momento penso che siano più belle le singole frasi pescate qua e là della storia nell'insieme. In ogni caso questa è stata una piacevole lettura estiva, forse d'inverno mi avrebbe fatto un altro effetto.






Penso che smetterò di scrivere, diario.


Penso che comincerò a parlare.


Penso che quest'estate è vicina e non ho ancora organizzato un viaggio.


Penso che a novembre dovrò iscrivermi all'università e non ho ancora un'idea precisa.


Penso che non m'importa, voglio smettere di pianificare la mia vita, che certe volte alla vita bisogna togliere il guinzaglio, lasciarla andare dove va.





p.s. Per scrivere questo post c'ho messo sette giorni, ma sto tornando al blog...piano piano. A presto, stavolta è vero!